Text in the catalogue of Struttura Festival (Italy)
about "
GWEI" project. 2006.
Truffare Google è una sorta di guerriglia, con raffinate
strategie di attacchi e rappresaglie silenziose, ma con effetti tangibili. Ottenere
il bottino di guerra, senza essere individuati dai radar del nemico, in una
fittissima e caotica jungla, animata da dati ad altissima velocità, significa
muoversi con circospezione, con passi felpati, subire duri colpi e studiarli al
fine di farne esperienza e per avanzare direttamente verso l'obiettivo. A sua
volta l'avversario si rafforza consapevole delle sue debolezze. Sono stati
sacrificati sul campo di battaglia, più di una decina di accounts del servizio
AdSense, per ognuno di essi, identità, se pur fittizie, sono diventate
inutilizzabili ed interrogabili per conoscere le nostre tattiche. Abbiamo
continuato imperterriti, fino a raggiungere un buon equilibrio fra perdite e
conquiste, e ormai consideriamo raggiunto il nostro traguardo.
Riceviamo regolarmente somme di denaro da Google Inc., le
quali sono rinvestite in azioni della stessa società, automaticamente, tramite
un conto corrente bancario nello stato Svizzero.
Non è una guerra privata, ma è l'aver dato una direzione
politica e rivoluzionaria ad un fenomeno tumultuoso, di un movimento popolare
composto da migliaia di parassiti che vivono dell'eccedenza della ricchezza
della corporation più potente del pianeta terra. L'opulenza di Google è tale da
considerare circa il 30% (valore stimato del fenomeno del click frauds) del suo
principale introito come una perdita accettabile. Ma se questo popolo di
ladruncoli diventasse lentamente il possessore della corporation, acquistandone
le azioni, la ricchezza potrebbe essere distribuita fra tutta la società e spezzare
il controllo totalitario dell'accesso allo scibile presente sulla grande rete
internet. Codesta è la missione della GTTP Ltd. (Google To The People), società
pubblica atta a raccogliere e ridistribuire i frutti delle razzie sediziose del
grande business del Pay Per Click.
Varie sono le strategie adottate per creare click fraudolenti,
dunque visite non autentiche sui siti degli inserzionisti di cui Google gestisce
i banners. Alcune di queste modalità, consistono nel retribuire a basso costo
personale umano nei paesi poveri, perché effettui click ‘manuali' su siti,
spesso creati appositamente per la frode. I più avveduti, prevedendo la nascita
di sindacati nelle Click Farm, per ciò utilizzano network di computers zombie. Questi
ultimi infettatati da virus trojan, sono passivi e pilotabili da remoto, dando
modo di generare clicks in massa all'insaputa del possessore.
Nella ricerca di una mediazione fra etica e necessità, il
metodo adottato dal progetto GWEI per generare clicks falsi, ha sfruttato le
risorse di un nostro network di siti web con un discreto traffico di
visitatori. Tale traffico viene manipolato da un sofisticato software-robot, il
quale, cancella le tracce della sorgente da cui proviene e rigenera le sue
entità attraverso un sistema di intelligenza artificiale. Infine il software, indirizza
il nuovo flusso di traffico su un ulteriore network di siti web nascosti, ove
risiedono i banner AdSense di Google, gestendo intelligentemente le impressions
e i clicks su tali banner, in base a statistiche necessarie ad ottenere un
insospettabile media di CTR (Click-through rate).
Per penetrare il sistema, l'ordine della simulazione e del
camuffamento è spinto al più alto grado di perfezione. Nulla deve far intendere
al sistema di AdSense che i clicks non sono generati da un reale visitare. A
questo scopo il robot dotato di intelligenza, si occupa di generare connessioni
il più possibile realistiche, dunque provenienti da fonti sempre diverse, quali
clients (OS e Browser), IP, zone geografiche e temporali, link di referenza e diversificando
la frequenza e le modalità dei clicks, in base alle impressions servite dal
servizio AdSense, simulando un comportamento umano, per ciò razionale e casuale.
Non per ultimo, bisogna considerare l'indagine di
marketing che Google realizza raccogliendo i dati sensibili dei comportamenti
dei visitatori che visualizzano e cliccano i banner AdSense. Il data mining di
Google ha un altissimo potenziale, non solo incrociando i dati dello storico
dei siti visitati e tutte le informazioni della lista sopraccitata, ma
principalmente relazionando la mole di preferenze dell'utenza di uno dei tanti
servizi offerti da Google. In questo contesto la privacy della nostra attività
su internet e completamente messa a repentaglio. Le prime conseguenza sono
offerte commerciali dei banner, non solo più contestualmente al contenuto del
sito che stiamo visitando, ma anche relativamente alle ricerche effettuate in
precedenza, al contenuto delle nostre email, fino ai libri e alle notizie lette,
ma questo è solo l'inizio di un indesiderabile futuro orwelliano.
L'azione di GWEI e in genere dei click fraudolenti,
destabilizza la raccolta e l'incrocio di dati sensibili, inserendo un errore
statistico con una falsificazione di identità e di comportamenti. Oltre la
sconfitta, l'inganno e la beffa, il Re è nudo.